Alimentazione e fertilità: il nostro BMI ha un legame con la difficoltà di concepire?

Alimentazione e fertilità: il nostro BMI ha un legame con la difficoltà di concepire?

Indici di massa corporea troppo alti influiscono negativamente sulla fertilità e sulla buona riuscita dei trattamenti di fecondazione assistita.

Parliamo di numeri: secondo l’Italian Obesity Barometer Report presentato nell’autunno 2020 a Roma, il sovrappeso è una condizione che riguarda in qualche misura oltre 23 milioni di italiani, con un aumento di incidenza del 30 per cento nell’arco degli ultimi 30 anni.

Ne consegue un aumento parallelo in questi anni delle coppie che si rivolgono ad un centro di Procreazione Medicalmente Assistita con problemi di fertilità in qualche modo legati o aggravati dalla presenza di BMI elevati (soprattutto nelle partner femminili). Peraltro, problemi analoghi, anche se non con identiche manifestazioni, occorrono in caso di  BMI troppo bassi.

Quali sono i legami tra il nostro BMI e la difficoltà di concepimento? Il sovrappeso e, soprattutto, l’obesità influiscono sul quadro ormonale della donna che si caratterizza per un eccesso di insulina in circolo e di conseguenza una iperproduzione di androgeni, oltre che un aumento della produzione di estrogeni. Questo agisce direttamente sulla funzione ovarica, rendendo irregolari i cicli mestruali e riducendo il numero di quelli ovulatori. Tra le donne obese è tra l’altro molto diffusa la cosiddetta sindrome dell’ovaio policistico, annoverata tra le prime cause di infertilità femminile. In queste donne la mancata gravidanza è spesso dovuta alla mancata ovulazione.  il più delle volte è sufficiente diminuire il peso per riiniziare ad ovulare, quindi ad avere cicli regolari e poter rimanere gravide spontaneamente.

Inoltre, anche in caso di avvio della gravidanza, la gestazione di una donna obesa è fortemente a rischio di aborto spontaneo.

Davanti a casi di sottopeso importante esistono le stesse complicazioni, che vanno ad incidere sul numero di ovulazioni nell’arco dell’anno. Le donne sottopeso (convenzionalmente quelle con BMI inferiore al 18.5) spesso  ad esempio  manifestano la cosiddetta amenorrea, cioè l’assenza di ciclo mestruale e quindi di assenza di ovulazione; inoltre,  i livelli di attività delle ovaie e i livelli degli ormoni ipofisari diminuiscono. non si tratta di una condizione permanente:se si riesce, riprendere un po’ di peso può essere sufficiente per  ripristinare un normale ciclo mestruale e quindi riprendere ad ovulare.

Prima di cominciare un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita è opportuno cercare di ottimizzare il proprio BMI e tentare di adottare uno stile di vita e nutrizionale adeguato, per evitare di dover lottare contro ostacoli derivanti da eccessiva magrezza o obesità nel cammino, magari già difficile, verso la genitorialità.

Quale può essere un regime alimentare corretto da adottare in vista di una gravidanza e  all’avvio di un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita?

La dieta mediterranea, unita ad uno stile corretto di vita, è senza dubbio uno dei possibili stili alimentari ideali, perché maggiomente bilanciati.

Inoltre, ridurre al minimo il consumo di bevande alcoliche e di caffeina è sempre una buona idea: l’abuso di alcool e il consumo di alimenti con alto tasso di caffeina (tra cui caffè the, energy drinks) può avere effetti, più o meno indiretti, anche sull’ovulazione.

Sulla nostra pagina Facebook, trovate la diretta di INCO Istituto Nazionale per la Cura dell’obesità, alla quale ha partecipato il dott. Borini sabato 31 luglio 2021, nella quale (dal minuto 26′ 13” al minuto 31′ e 30”), nella quale è stato affrontato proprio il tema dell’obesità in relazione alle problematiche del concepimento (e a quelle della gravidanza eventuale).