La crioconservazione: un nuovo testo e il contributo 9.baby

La crioconservazione: un nuovo testo e il contributo 9.baby

E’ stato pubblicato sulla rivista EC Gynaecology un articolo, a firma della dott.ssa Carlotta Zacà, della dott.ssa Valentina Spadoni, della dott.ssa Gilda Patria, della dott.ssa Monica Cattoli, della dott.ssa Maria Antonietta Bonu e del dott. Andrea Borini, che si occupa di indagare la relazione tra il cosiddetto live birth rate, anche cumulativo, e il numero di ovociti recuperati.

La quinta edizione del Textbook of assisted Reproductive Tecniques include un capitolo frutto del lavoro del dott. Borini e della dott.ssa Zacà: “The human oocyte: Controlled-rate cooling”.

La criopreservazione degli ovociti umani è uno strumento importante nell’ambito dell’IVF, connesso a tutti fli aspetti legali etici e morali della conservazione degli embrioni.

Questa tecnica può essere utilizzata in diverse situazioni: per salvare cicli complicati dalla sindrome di iperstimolazione ovarica, quando non si riesce a recuperare il seme,  nei programmi di ovodonazione, nel trattamento della sterilità congenita o nella menopausa precoce (POF), come alternativa al congelamento degli embrioni o, per le donne fertili, per ritardare nel tempo volontariamente la gravidanza. Il congelamento degli ovociti sovrannumerari è il modo migliore per ottimizzare i cicli di stimolazione e i risultati cumulativi. La criopreservazione inoltre fornisce una alternativa alle donne che necessitano di trattamenti gonadotossici e che possono così compromettere le opportunità di conepimento. La struttura stessa degli ovociti umani maturi porta con sé complesse difficoltà di criopreservazione; nel tempo, dopo una iniziale delusione data dal basso tasso di sopravvivenza allo scongelamento, i metodi di criopreservazione sono stati modificati da diversi punti di vista per ottenere migliori risultati, sia dal punto di vista biologico, sia dal punto di vista clinico.

La performance degli ovociti crioconservati in termini di fertilizzazione e di clivaggio non sono oggi così differenti da quella data dai ‘parenti’ utilizzati a fresco.  Quello che pare evidente è che taluni protocolli di crioconservazione degli ovociti possono avere effetti sulla divisione cellulare e sono quindi stati associati a bassi tassi di impianto embrionale. Altri metodi di congelamento, invece, sembrano non avere effetto sullo sviluppo post impianto e stanno per entrare in uso nei laboratori, come alternativa al congelamento embrionale.

Cryopreservation-in-Mammal-Gametes-and-Embryos_crop