Individuare gli embrioni in buono stato di salute aumenta le probabilità di avere una gravidanza. Come? Grazie allo screening genetico pre-impianto con tecnica array-CGH disponibile presso Tecnobios Procreazione. Il test permette di individuare le anomalie cromosomiche, principale causa di mancato attecchimento o aborto nelle prime settimane di gravidanza.
L’analisi viene eseguita su un campione di cellule estratte dall’embrione a 5 giorni dalla fecondazione. I risultati sono disponibili in 24 ore, in tempo utile per consentire che gli embrioni sottoposti a biopsia possano essere trasferiti. Dunque è possibile procedere all’impianto in utero all’interno dello stesso ciclo, senza necessità di congelare gli embrioni in attesa di quello successivo.
Non si tratta di un test genetico per scongiurare che una malattia ereditaria di cui soffrono i genitori venga trasmessa al nascituro, ma di un’analisi del corredo cromosomico utile a tutti coloro che hanno difficoltà a concepire. E in particolare a:
• Donne di età superiore ai 38 anni. Le probabilità di produrre ovociti con alterazioni cromosomiche aumentano significativamente con l’avanzare dell’età. Questa analisi è in grado di identificare nel corso del trattamento di PMA gli embrioni con un numero corretto di cromosomi, che hanno quindi più alte probabilità di successo, e selezionarli per il trasferimento.
• Donne giovani. Fino a poco tempo fa si pensava che la diagnosi pre-impianto avrebbe apportato alle donne giovani con problemi di fertilità solo benefici trascurabili. Dati ottenuti da studi recenti hanno però messo in luce che anche in questo gruppo di pazienti circa il 50% degli embrioni ha un numero alterato di cromosomi. Poter sapere quali embrioni hanno un corretto assetto cromosomico può consentire dunque di aumentare le possibilità di ottenere la gravidanza anche nelle donne di età inferiore ai 38 anni. Inoltre si riescono a mantenere alte le probabilità di gravidanza pur trasferendo un solo embrione, riducendo così in maniera drastica le gravidanze multiple.
• Donne che hanno aborti ricorrenti. Conoscere lo stato di salute cromosomico consente di evidenziare gli embrioni con alterazioni cromosomiche che porterebbero ad aborto spontaneo. Uno studio recente condotto su donne con una storia di poliabortività ha mostrato che lo screening cromosomico riduce questo evento da circa il 33% al 7%.
Come si esegue il test
Il trattamento nella fase iniziale non è diverso da un tradizionale ciclo di procreazione assistita. L’ovaio viene stimolato a produrre più follicoli che vengono successivamente aspirati per recuperare gli ovociti. L’inseminazione degli ovociti è effettuata mediante la tecnica ICSI, indipendentemente dalle caratteristiche del liquido seminale, così da minimizzare il rischio di contaminazione da parte del DNA dello spermatozoo.
Quando giunge alla quinta giornata di maturazione, l’embrione viene sottoposto a biopsia, procedura mediante la quale vengono prelevate, senza danneggiare in alcun modo l’embrione stesso, le cellule da sottoporre all’analisi.
L’indagine, che si conclude entro 24 dalla biopsia, è in grado di indicare con precisione quante copie di ciascun cromosoma sono presenti nell’embrione rivelando se esso ne ha un numero normale oppure un numero anomalo.
Analizzando lo stato di salute cromosomica degli embrioni è possibile trasferire solo gli embrioni sani aumentando le percentuali di gravidanza e diminuendo quelle di aborto o di patologie cromosomiche come la sindrome di Down.
I risultati di diversi studi dimostrano che la tecnica array-CGH può apportare benefici alla maggior parte delle coppie che si sottopongono ad un ciclo di procreazione assistita. Se desideri maggiori informazioni sulla tecnica e sulle percentuali di successo che consente di ottenere non esitare a contattarci. Chiamaci allo 051 28 67 511