La legge 40 perde un altro pezzo: le mamme dei bambini nati grazie alla procreazione medicalmente assistita potranno decidere di rimanere anonime e non essere citate nel momento di dichiarazione della nascita. Avranno, cioè, lo stesso diritto di tutte le altre madri.
Lo ha stabilito la Commissione Affari sociali della Camera, approvando un emendamento (presentato da Antonio Palagiano, Responsabile Nazionale del Dipartimento Sanità e Salute dell’Italia dei Valori) al comma 2 dell’articolo 9. Come riporta l’agenzia AdnKronos Salute, questo punto è in contrasto con quanto stabilito dall’articolo 30, comma 1, del Dpr 396/2000, secondo cui deve essere rispettata l’eventuale volontà della madre di non essere nominata.
La questione, per Palagiano, è di assicurare a tutte le donne gli stessi diritti e non fare discriminazione: “In casi rarissimi, qualora la donna dovesse decidere di non riconoscere il proprio neonato per sopraggiunte cause gravi, deve avere la possibilità di partorire e lasciare in ambiente protetto il piccolo”, ha detto Palagiano all’agenzia.