E’ stato pubblicato sulla rivista EC Gynaecology un articolo, a firma della dott.ssa Carlotta Zacà, della dott.ssa Valentina Spadoni, della dott.ssa Gilda Patria, della dott.ssa Monica Cattoli, della dott.ssa Maria Antonietta Bonu e del dott. Andrea Borini, che si occupa di indagare la relazione tra il cosiddetto live birth rate, anche cumulativo, e il numero di ovociti recuperati.
C’e’ un legaem molto forte tra il numero di ovociti recuperati e il tasso di successo dei trattamenti: il numero di ovociti recuperati è considerato una importante variabile prognostica per il successo clinico di un trattamento di IVF.
L’articolo ritrae uno studio retrospettivo, condotto su 6268 donne, che tra il 2009 e il 2013 hanno completato 8142 cicli di IVF, nei quali almeno un ovocita sia stato recuperato.
I dati sono stati stratificati secondo il numero di ovociti recuperati e l’età della paziente.
In conclusione, lo studio effettuato conferma la forte relazione tra il numero di ovociti recuperati e il tasso di successo.
In termini generali, il birth rate (LBR) per ciclo aumenta fino al recupero di 15 ovociti e conseguentemente diminuisce. Nel nostro studio, invece, i dati ci dimostrano che il LBR per transfer e il LBR cumulativo non diminuiscono al reperimento di più di 15-16 ovociti (si rileva un seppur leggero incremento, che costituisce un plateau).
In conclusione, l’analisi dei dati suggerisce l’importanza dell’ottimizzazione della quantità di ovociti recuperati pr massimizzare le opportunità di successo. Comunque, il numero ottimale di ovociti da recuperare è attorno alle 15-16 unità: si tratta di un numero che permette di avere un quantitativo adeguato di embrioni da selezionare per il transfer o da crioconservare e scongelare nei cicli successivi. Questa informazione può essere utile ai clinici per collegare il numero previsto di ovociti al recupero alla probabilità cumulativa di ‘bimbo in braccio’.