Questa fase rappresenta il primo passo del percorso terapeutico per la maggior parte dei trattamenti di procreazione medicalmente assistita.

Essa prevede la somministrazione di ormoni per sollecitare la crescita dei follicoli, quindi la produzione di un numero adeguato di ovociti, e l’ovulazione da parte della paziente.
Naturalmente, la modalità di somministrazione può variare in funzione del trattamento al quale ci si sottopone e della risposta della paziente e va pertanto monitorata attentamente tramite ripetuti controlli ecografici.
- +Perchè la stimolazione ovarica?
La stimolazione ovarica è una tecnica che permette di aumentare le probabilità di raggiungere una gravidanza, grazie al numero maggiore di ovociti ‘disponibili’ per la fecondazione.
Infatti, in un ciclo ovulatorio spontaneo, un singolo ovocita viene prodotto e solo questo può essere fecondato e trasformarsi in embrione, che poi si impianterà dando avvio alla gravidanza. Un numero maggiore di di ovociti, invece, aumenta le probabilità complessive di ottenere una gravidanza: vengono quindi somministrati farmaci che inducano la crescita follicolare multipla, attentamente monitorata.
E’ l’équipe medica che valuta, sulla base dell’anamnesi e dei risultati delle indagini diagnostiche condotte sulla coppia, se questa fase è necessaria nell’ambito dell’opzione terapeutica prescelta.
- +Come funziona
Poiché i valori di FSH e LH possono interferire con alcune modalità della stimolazione si preferisce sottrarre farmacologicamente la funzione ovarica alla normale regolazione di questi due ormoni, sostituiti da ormoni di analoga natura somministrati dall’esterno, in dosaggi studiati per ottenere una crescita multifollicolare, con il vantaggio ulteriore di poter programmare l’induzione dell’ovulazione in modo più conveniente.
Quindi, per stimolare la produzione di più follicoli (e quindi di più ovociti) viene prescritta una terapia tramite iniezioni sottocutanee (o, a volte, intramuscolari) di gonadotropine ipofisiarie, al fine di indurre la maturazione contemporanea di più follicoli.
Durante il trattamento, che dura in media 10-12 giorni, la paziente assume farmaci che inducono l’ovulazione, mentre la crescita follicolare viene attentamente monitorata tramite controlli ecografici ed esami del sangue che valutano la quantità di estradiolo, l’ormone prodotto dai follicoli in fase di crescita.
Quando un numero sufficiente di follicoli raggiunge uno stadio adeguato di crescita, ne viene stimolata la maturazione finale con un’iniezione di HCG, l’ormone gonadotropina corionica umana, la cui azione simula quella svolta dall’ormone LH nei cicli naturali; a questo punto l’ovocita viene liberato ed è pronto per essere fecondato: si può programmare un rapporto sessuale, una inseminazione (IUI o IAH) o un prelievo di ovociti (per FIVET o autoconservazione).
La risposta alla stimolazione ed il controllo della terapia sono fondamentali per la buona riuscita del ciclo di terapia: proprio per questo ciascuna terapia viene attentamente modulata sulla base dei parametri della coppia in trattamento, ad esempio sulla base della valutazione della riserva ovarica al momento dell’avvio del percorso, sulla base delle risposte ad eventuali terapie precedenti, sulla base dell’età e dei parametri fisici, tra i quali l’indice di massa corporea della paziente.
Oggi assistiamo ad una continua evoluzione dei trattamenti farmacologici per la fertilità disponibili: in passato l’introduzione delle gonadotropine (FSH ed LH) sono state una rivoluzione nelle possibilità terapeutiche sia nell’induzione nelle pazienti che non manifestano ovulazione (dette anovulatorie), sia per l’induzione della ovulazione multipla.
La ricerca ha permesso di arrivare ad una maggiore omogeneità dei farmaci e ad una maggior efficacia clinica, con la possibilità quindi di utilizzare dosi inferiori di farmaco per arrivare alla gravidanza ottenuta.